mercoledì 23 luglio 2008

Horowitz The last romantic











Si tratta di un eccezionale documentario intervista girato a casa del celebre pianista. Più che un'intervista, in realtà, è un dialogo fra persone che conoscono la musica, un dialogo a livello familiare, con la differenza che è stato filmato. Horowitz si rivela essere un uomo davvero simpatico e profondo al tempo stesso: un uomo di grande cultura, musicista supremo e pianista fenomenale, nonostante l'età avanzata (ha già superato gli 80 anni). Siamo nel salotto di casa sua, e fra un dialogo ed un altro, si siede al pianoforte, è il caso di dirlo, a miracol mostrare. Il suo Bach-Busoni è semplicemente una delle cose più sensazionali che abbia mai ascoltato di Bach, all'improvviso non si è più in questo mondo, ma lontani dal caos e dal disordine: le ottave che iniziano il pezzo, così profonde ed allo stesso tempo di una qualità spirituale altissima, sono un miracolo. La sonorità del pezzo non ha niente di umano, eppure è di una qualità umana indescrivibile. Ed ecco, appena spento l'ultimo accordo di sol maggiore, che riprende a parlare come se non avesse appena dato voce alle sfere più elevate della coscienza. E parla di tutto, del suo amore recente per Mozart, del quale esegue la sonata in K.330, di nuovo con un suono spirituale ineguagliabile, dei suoi ricordi di Toscanini, del quale ha sposato la figlia Vanda, insieme a lui nel documentario. E' particolarmente spiritoso quando Peter Gelb gli chiede quale sia la foto che preferisce fra quattro appese alla parete, e lui esita... infine indica Rachmaninoff e Toscanini, al che la moglie interloquisce immediatamente: "Non preoccuparti, dì pure che preferisci Rachmaninoff!". Egli era stato amico del grande compositore, che rimase abbagliato dall'esecuzione che il giovane pianista aveva dato del suo terzo concerto. Quando si incontrarono la prima volta, egli eseguì il concerto per il compositore, e Rachmaninoff lo accompagnò al secondo pianoforte! Diventarono immediatamente amici, e si frequentarono fino alla morte del grande uomo, avvenuta nel 1943.
Fra altri ricordi ed interessantissime riflessioni, il Maestro ci regala una versione unica dell'Impromptu di Schubert, iniziato come se una voce arrivasse da un altro mondo, e finito in un fragoroso fortissimo, con gli accordi riempiti arbitrariamente. Che dire dello scherzo di Chopin? Una delle migliori interpretazioni del pezzo, anche se Sviatoslav Richter si riferì a questa con l'aggettivo "spaventoso". Per me, invece, è semplicemente ineguagliabile! Mi è particolarmente cara la Consolation in REb, perchè restituisce Liszt alla sua dimensione religiosa, il suono non è "dolce" come spesso viene suonato Liszt in questi casi, conferendo al pezzo un carattere sentimentale, bensì "sottile" ed allo stesso tempo "grande", intimo e sommesso perfino, di una forza espressiva che sfiora il miracoloso. Anche la celebre Polonaise è resa in maniera poco fedele al testo, ma è ugualmente convincente. La cinepresa riprende dall'alto il celebre passaggio ad ottave della mano sinistra, per la gioia di tutti i pianisti, e del resto le inquadrature rivelano al meglio il gesto pianistico meraviglioso ed assolutamente unico. Se osserviamo le mani dei grandi pianisti, notiamo come queste esprimano una forte personalità, sono modellate in maniera tale da far pensare che il lavoro e l'anima le abbiano modellate alla loro causa elevata. Quelle di Horowitz sono forse le più belle, fra quelle a me note, come intagliate nel marmo: non grandi quanto quelle di Richter (Horowitz prendeva una decima e non di più, osservate bene il video e basatevi anche sulle testimonianze sue e di altri), ma incredibilmente belle.
Bè, tutto qui, spero che l'ipotetico lettore possa prendere questo dvd, testimonianza inestimabile dell'arte di uno dei più grandi pianisti di ogni tempo.

Il dvd
Sia la qualità audio che video sono ottime, restituiscono appieno il suono del grande pianista.

In conclusione
Grande occasione di avvicinarsi ancora una volta all'arte di Horowitz, e ottimo inizio per chi non lo conoscesse ancora. Fra tutti i documenti su Horowitz, questo è quello che preferisco. E' stato quello che me l'ha fatto conoscere, e devo a lui se sono riuscito ad entrare nel mondo di Bach. Non so come abbia fatto, ma con quella trascrizione di Busoni, Horowitz mi ha aperto le porte alla conoscenza, e soprattutto all'amore, per questo grande compositore che non ero mai riuscito a comprendere.

articolo di Andrea Rossi
fonte:
http://www.spaziofilm.it/content/archivio/articolo_dvd.asp?id=4060

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