domenica 27 aprile 2008

L'ultima lezione di Randy Pausch





















Qualche giorno fa, quasi per caso leggendo una rivista mi sono soffermato sul commento di un libro dal titolo “L’ultima lezione” dove l’autore è un professore di informatica alla Carnegie Mellon University, Pennsylvania,Usa. Nell’agosto 2007 scopre di avere un male incurabile e gli vengono pronosticati circa 6 mesi di vita. A questo punte Randy Pausch decide subito di smettere ad insegnare all’università per stare insieme a sua moglie e ai suoi tre figli,però come ultima cosa vuole lasciare un ricordo a tutti i suoi studenti e colleghi di lavoro e organizza una conferenza dal titolo “Come realizzare i sogni della vostra infanzia”,in realtà vuole essere un lascito per i suoi figli.
Come per miracolo il suo discorso è stato messo su internet sia in formato video che nell’intera trascrizione in lingua originale e in italiano. Questo libro è il discorso di commiato dai suoi studenti la cui popolarità è stata decretata dai milioni di contatti su Youtube ed è stato arricchito dalla sua considerazione sul senso della vita.
Le ultime notizie lo danno ancora in vita e se volete saperne di più visitate il sito www.randypausch.com e per avere le sue notizie aggiornate cliccate su
http://download.srv.cs.cmu.edu/~pausch/news/index.html

P.S.
Ho già letto il suo discorso integrale tradotto in italiano,che vuole essere un inno alla vita e ci spiega come si possono trasformare in realtà i sogni della nostra infanzia. Quindi, non vi rimane che correre in una qualsiasi libreria per regalarvi un manoscritto scritto da una persona speciale che sta giocando la sua partita con le carte che il destino ha voluto riservargli.Sono certo che la sua ultima conferenza tenuta presso la sua Università,sarà la sua eredità non solo per i suoi figli, ma per tutte le persone di questo globo terrestre,che credono ancora nei sogni e nella bellezza della nostra vita,che va vissuta al massimo delle proprie possibilità d'eterni sognatori.Grazie Randy! e ricordati che faccio il tifo per te come tanti milioni di persone che ti ringraziano per averci fatto capire l'essenza della vita e di quanto sia importante porci degli obiettivi, che tu ami definire i sogni di noi bambini per poterli trasformare in magiche realtà da adulti!

un grazie sincero e profondo dal mio cuore caro Randy,per avermi ricordato di quando ero bambino come te e ora so che tutto è possibile e tu sei l'esempio vivente! :-)
siamo tutti con te! :-)non mollare!

P.S. due
ascoltando la tua ultima lezione, ho capito che nella vita quello che conta non è la quantità del tempo che noi viviamo, ma la qualità che noi riusciamo a dare alla nostra esistenza e tu nel tempo a te concesso sei riuscito a regalare a milioni di persone una cosa bellissima che è la speranza nell'amore e nella condivisione dei nostri sogni e della felicità!

P.S. tre
caro Randy nella tua ricerca sulla realtà virtuale ci hai donato una felicità reale!
grazie :-)

giancarlo milano italia pianeta terra :-)

La recensione di IBS

The last lecture, l’ultima lezione, di solito la tengono i professori che vanno in pensione. Quella che leggiamo in queste pagine, invece, è la lezione di un uomo che muore: Randy Pausch, docente di informatica, tra i pionieri della realtà virtuale. Ha dieci metastasi al fegato e solo pochi mesi di vita davanti. Ha deciso di trascorrere il tempo restante, non solo a preparare la moglie e i tre figli alla sua assenza, ma anche a trasmettere ciò che avrebbe detto nei prossimi anni. Nell’agosto 2007, quando la cura del cancro al pancreas non ha più funzionato, Pausch ha mantenuto l’impegno di tenere la lezione alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh perché, come “un leone ferito vuole sapere che è ancora capace di ruggire”, ha voluto catapultarsi in un futuro che non avrebbe vissuto.
Pausch dedica ai figli Dylan, Logan e Chloe (di 5, 2 e 1 anno) queste parole, che potranno raccontare loro, tramite il web, il dvd e il libro, chi era loro padre, cosa pensava, quali erano le sue idee. È un discorso sulla vita, non sul cancro e sulla morte. S’intitola “Realizzare davvero i sogni dell’infanzia”, ciò che ci rende unici, secondo Pausch. La sua vita è racchiusa nel portatile, un’ora di file e Powerpoint. Pausch indossa una polo maniche corte sbarazzina, non è depresso o imbronciato, parla davanti a 400 studenti. Non fa finta di niente, ha interrotto una chemioterapia devastante e si è trasferito in Virginia vicino ai familiari della moglie Jai perché possano aiutare lei e i bambini. Dopo aver mostrato al pubblico la lastra del suo fegato e la foto della nuova casa, racconta dei suoi genitori molto curiosi, colti e caritatevoli, due persone ottimiste. Dichiara di aver vinto alla “lotteria dei genitori”, perché – scrive – “i bambini, più di ogni altra cosa, devono sapere che i loro genitori li amano. E non è indispensabile essere vivi per questo”. Ripensa ai dipinti sui muri della cameretta, al sogno giovanile di superare la gravità; racconta l’amore per il football americano e per i suoi fondamentali, il mito del capitano Kirk di Star Trek. La lezione prosegue con l’anno entusiasmante alla Walt Disney, nel ‘95, per un progetto di realtà virtuale, quando era già professore in Virginia. Poi, nel 2006, inizia l’odissea sanitaria e il dottor Wolff è costretto a dirgli: “Godrà di buona salute dai tre ai sei mesi”. Parole che a Pausch ricordano il personale del Disney World, quando diceva “il parco è aperto fino alle 20”.
Ecco il lascito spirituale di Randy Pausch: uno scienziato che sogna malgrado il fegato zeppo di metastasi, che coglie l’attimo, che gira sulla decapottabile con il braccio fuori dal finestrino e le dita tamburellanti al ritmo della musica. Un uomo che dà giudizi onesti, che versa la bibita sul sedile posteriore dell’auto per insegnare ai nipoti che le persone contano più delle cose. Una persona che racconta la gioia di amare la propria moglie e che ci restituisce una toccante lezione sul senso del tempo, su come vada apprezzato e non buttato via. Perché è tutto quello che abbiamo.

le foto delle copertine sono state prese dalle fonti:
http://www.internetbookshop.it
http://download.srv.cs.cmu.edu/~pausch/news/index.html/code/9788817023146/pausch-randy/ultima-lezione-vita.html

la fonte della recensione IBS è:
http://www.internetbookshop.it/code/9788817023146/pausch-randy/ultima-lezione-vita.html

domenica 20 aprile 2008

gianca da K-Pax per regalarvi la felicità! :-)



Cari amici,dovete sapere che io provengo da un lontano pianeta sperduto nella galassia e il suo nome è K-Pax,come il titolo del magnifico film interpretato da Kevin Spacey.
Sul nostro pianeta,non esiste la guerra e la tristezza,ma regna la felicità allo stato puro e io,come altri miei simili abbiamo il compito di trasmettere questa nostra gioia all’intera umanità terrestre. E’ per questo motivo,che un bel giorno,con la mia navicella esplorai tantissimi micro-cosmi,fino a raggiungere un buffo e simpatico pianeta chiamato Terra.
Subito mi accorsi che purtroppo la guerra,i conflitti per il potere,il male e l’invidia erano parte integrante della vostra vita,ma è altrettanto vero,che molte persone erano dotate del dono e della consapevolezza del bene e della condivisione della felicità con sentimenti ed emozioni finalizzate alla gioia di vivere.
Il mio scopo era quello di trovare le persone adatte e pronte a ricevere il mio messaggio universale allo scopo di donare il sorriso e la felicità al nostro prossimo,senza nulla pretendere.
Per questo scopo mi sono servito della vostra musica,della lettura e delle vostre visioni a colori grazie a quello che voi chiamate film trasmessi su buffi schermi a cristalli liquidi o al plasma o con i più obsoleti tubi catodici dei televisori di prima generazione.
Cari amici terrestri, un dono di noi kpaxiani,è quello di trasmettere il nostro entusiasmo e aprire il vostro cuore per farvi entrare più emozioni possibili e donarvi piccole dosi di felicità. Beh,voi non ci crederete,ma come ama dire una mia cara amica terrestre ho scoperto sul vostro pianeta un keypaxiano come me e il suo nome è Bobby McFerrin, un vero genio della musica improvvisata a 360 gradi! :-)
Con una estensione di quattro ottave e una innumerevole serie di tecniche vocali non è un vero cantante,ma è l’ultimo vero uomo kpaxiano della musica rinascimentale,un esploratore vocale che come un mix ha fuso il jazz,il folk e una svariata moltitudine di influenze musicali del mondo corale e a cappella e musica classica usando i propri ingredienti.
Memorabile la sua canzone "Don't Wory, Be Happy", che gli permise di vincere sia il Record dell'Anno e il bramato premio Canzone dell'Anno...avrebbe potuto essere definita la Canzone del Decennio,visto che "Don't Worry,Be Happy raggiunse il 1 posto nelle classifiche pop in quasi ogni paese del mondo.
Come direttore d’orchestra, è in grado di sentire orchestralmente e con questo dono ha espanso il suo canto per includere il suo repertorio vocale per cantare parti con tromba nello standard jazz “Round Midnight” o per interpretare le parti per flauto e violoncello nelle opere di Faurè e Vivaldi o semplicemente creare nuovi suoni musicali.
Da segnalare il concerto di Lipsia dedicato a J.S.Bach dove è stato il vero protagonista e al Teatro alla Scala di Milano quando il 7 maggio 2007 ha diretto la Filarmonica della Scala e ha deliziato il pubblico con le sue magiche improvvisate vocalist, una su tutte "Aria sulla quarta corda" di J.S.Bach che ha concluso il concerto con una standing ovation tutta per lui! :-)
...e nella mia visita sul vostro pianeta ho scoperto altri kpaxiani che da voi si fanno chiamare Yo-Yo-Ma, Chick Corea, Keith Jarrett, Jacques Loussier, Petrucciani, Vasco Rossi, Louis Armstrong, Aretha Franklin e poi in epoche diverse amavano farsi chiamare con dei nomi d'arte tipo Bach, Mozart, Bethoveen, Vivaldi…e dovete ringraziare queste magiche persone che vi hanno regalato emozioni uniche per i vostri cuori d’eterni sognatori di attimi di felicità, ed io essendo un sognatore kpaxiano incallito, vivo alla grande e nel tempo a me concesso cerco di trasmettere questa mia filosofia di vita a tutte quelle persone che sono pronte ad aprire i loro cuori per regalarsi momenti di gioia illimitata.

P.S.
L’entusiasmo, la gioia di vivere e provare le emozioni, fanno parte del vostro DNA e quindi a tutta la popolazione del globo terrestre, voglio ricordare che siete solo voi che potete decidere se essere felici oppure no e decisamente la prima scelta è la migliore, voi che ne pensate?...qualcuno molto importante ci ha voluto donare una cosa bellissima, che è il libero arbitrio e sono certo che noi dobbiamo usarlo al meglio per perseguire e ricercare in ogni attimo della nostra vita la felicità che vi potrà apparire sotto tantissime sembianze, mi spiego meglio, intendo dire nel sorriso di un bambino, nello sguardo felice di un anziano, nel volo di tanti gabbiani che con il loro sbatter d’ali salutano due bambini che corrono felici sulla spiaggia con i loro aquiloni ascoltando della bellissima musica grazie a due buffi I-Pod e sotto altre mille forme, sta solo a voi vederle e trasformarle in emozioni positive per continuare a vivere alla grande al massimo delle proprie possibilità finalizzate al raggiungimento della vostra felicità,per poi poterla condividere con le persone a voi care.

ora mi congedo per il momento da voi con un grande saluto kpaxiano e alla prox dal vostro gianca che come potrete vedere dalla foto scattata da me medesimo si è appena materializzato grazie al magico raggio di luce dal suo pianeta!...
Se vi fidate di me, dovete vedere il magico film “K-Pax da un altro mondo" vedere la foto della locandina…vicino al mio sbarco sul vostro pianeta Terra! :-)

fonte kpaxiana gianca :-)

venerdì 18 aprile 2008

Plays Ennio Morricone - Yo-Yo Ma


Due grandi talenti e due grandi geni insieme. Uno è il più importante e conosciuto musicista italiano di colonne sonore, l'altro uno degli esecutori più famosi del mondo che con il suo violoncello ha donato magia e commozione a film come La tigre e il dragone. Un incontro immaginifico ed emozionante. Grande musica e un'intensa interpretazione di brani che si possono definire come classici del nostro immaginario collettivo non necessariamente collegato al cinema.

Le tracce contenute nel Cd:

1. The Mission: Gabriel's Oboe
2. The Mission: The Falls
3. Giuseppe Tornatore Suite: Playing Love from The Legend of 1900
4. Giuseppe Tornatore Suite: Nostalgia from Cinema Paradiso
5. Giuseppe Tornatore Suite: Looking for You (Love Theme) from Cinema Paradiso
6. Giuseppe Tornatore Suite: Malena (Main theme)
7. Giuseppe Tornatore Suite: Remembering (Ricordare)*
8. Sergio Leone Suite: Deborah's Theme from Once Upon A Time In America
9. Sergio Leone Suite: Cockeye's Song from Once Upon a Time in America
10. Sergio Leone Suite: Main Theme from Once Upon a Time in America
11. Sergio Leone Suite: Main Theme from Once Upon a Time in the West
12. Sergio Leone Suite: Ecstasy of Gold from The Good, the Bad, and the Ugly
13. Brian DePalma Suite: Main Theme from Casualities of War
14. Brian DePalma Suite: Death Theme from The Untouchables
15. Moses and Marco Polo Suite: Journey from Moses
16. Moses and Marco Polo Suite: Theme from Moses
17. Moses and Marco Polo Suite: Main Theme from Marco Polo
18. The Lady Caliph: Dinner
19. The Lady Caliph: Nocturne

Autore: Marco Spagnoli Data: 25 ottobre 2004

fonte http://www.fantascienza.com/magazine/musica/5196/

Dal lontano pianeta kpax è in arrivo Yo-Yo Ma


Biografia:
La poliedrica carriera del violoncellista Yo-Yo Ma testimonia la sua continua ricerca di nuove strade per comunicare con il pubblico, congeniali anche al suo costante desiderio di rinnovamento che lo porta ad esplorare culture e forme musicali alternative. Grazie ad una combinazione di perfezione artistica, carisma ed humor, Yo-Yo ma é uno dei musicisti più richiesti ed amati del nostro tempo. Alcuni progetti culturali e musicali alternativi ai quali si è recentemente dedicato, sono la musica tradizionale cinese così come la musica tribale africana (Kalahari) . Con il Silk Road Project, insieme a musicisti provenienti da tutte le regioni della “via della seta” (Cina, Corea, Uszbekistan, Tagikistan, Persia, Mongolia fino ad arrivare in Italia) realizza la sintesi di una idea a lui molto cara: l’influenza degli strumenti originali di queste regioni sull evoluzione degli strumenti occidentali. Costante fonte di ispirazione sono i numerosi artisti con i quali collabora e che lo assecondano nella realizzazione di “progetti speciali” : Emanuel Ax, Daniel Barenboim, Christoph Eschenbach, Pamela Frank, Jeffrey Kahane, Kayhan Kalhor, Ton Koopman, Jaime Laredo, Bobby McFerrin, Edgar Meyer, Mark Morris, Mark O'Connor, Isaac Stern, Kathryn Stott, Wu Man, Wu Tong e David Zinman. Yo-Yo Ma è artista esclusivo della Sony Classical. La sua discografia - che comprende più di 50 album e 15 Gramy Awards – riflette i molteplici generi musicali ai quali si è dedicato. L’album 2003 “Obrigado Brazil” vince il “Grammy Award for Best Classical Crossover Album”. L’ album 2004 è “Vivaldi’s Cello” con Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra. Ha ottenuto , inoltre, numerosi successi discografici con gli album: "Appalachia Waltz" (1996), raccolta ispirata alla tradizione musicale americana, frutto della collaborazione con Mark O'Connor ed Edgar Meyer che ha dominato le classifiche di musica classica per più di cinquanta settimane. Nel 1997 ha inciso la colonna sonora del film "Lezioni di Tango" di Sally Potter e l'album "Soul of the Tango" che include tanghi, milonghe ed altre composizioni di Astor Piazzolla. Amatissimo interprete bachiano, incide per due volte le 6 Suites di Johann-Sebastian Bach. L’ultima nel 1998, "Inspired by Bach”, consiste in una serie di sei filmati insieme ad artisti quali il coreografo Mark Morris, Tamasauro Bando del Teatro Kabuki, l'architetto dei giardini Julie Moir Messery, i registi François Girard, Atom Egoyan ed i ballerini sul ghiaccio Jayne Torvill e Christopher Dean. Questa serie di filmati è stata presentata alla Biennale di Venezia del 1998 dal regista A.Egoyan. Nato nel 1955 a Parigi da genitori cinesi, si trasferisce con la famiglia a New York dove studia con Leonard Rose alla Juilliard School e si laurea ad Harvard nel 1976.Riceve una seconda laurea honoris causa nel 1991. Yo-Yo Ma e la moglie Jill hanno due figli. Yo-Yo Ma affianca all'attività concertistica – come solista ed in formazioni cameristiche - e alle registrazioni, l'attività pedagogica, lavorando con giovani musicisti, tenendo corsi e masterclass. Dedica, inoltre, parte del suo tempo anche alla composizione. Suona un violoncello Montagnana di Venezia del 1733 e uno Stradivari Davidoff del 1712.
Gestione: mb

fonte:
http://www.oriart.it/Bio.asp?ID=44

mercoledì 9 aprile 2008

Loussier VS Bobby McFerrin





Due grandi artisti della musica si confrontano sul ring per stabilire chi sarà il vincitore!...sarà una bella battaglia a suon di note stile jazz e vinca il migliore!
dong! è partito il primo round! :-)


LOUSSIER VS BOBBY McFERRIN

Bobby McFerrin dirige la Filarmonica della Scala


Serata davvero unica per tutti gli amanti della grande musica martedì 8 maggio 2007 alle ore 20.00: il Teatro alla Scala ospiterà il Maestro Bobby McFerrin che salirà sul podio per dirigere la Filarmonica della Scala in un Concerto straordinario a favore dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – ONLUS.


Il Maestro Bobby McFerrin è famoso per le sue improvvisazioni e il magistrale uso della voce, nella sua carriera ha già diretto e collaborato con le più grandi orchestre del mondo, tra cui i Wiener Philharmoniker e la New York Philharmonic, ed è noto al grande pubblico per brani come Don’t Worry Be Happy. ‘Non convenzionale’ è un ottimo termine per descrivere la sua carriera e ogni suo spettacolo è un evento unico, dai caratteri imprevedibili.
Sotto la sua direzione la Filarmonica della Scala eseguirà: Candide, Ouverture di Leonard Bernstein, Pavane op. 50 di Gabriel Fauré, Doppio concerto per violoncello RV531 di Antonio Vivaldi, Solo Improvisations di McFerrin e la Sinfonia n.4 op. 90 “Italiana” di Felix Mendelssohn-Bartholdy.

Per il pubblico, assistere a questo concerto straordinario rappresenta anche una preziosa occasione di solidarietà: l’incasso della serata, infatti, aiuterà a sostenere le numerose attività dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – ONLUS.

L’Associazione, nata nel 1968, opera in 25 Paesi con circa 500 Case Famiglia e strutture d’accoglienza, prendendosi cura delle persone che vivono in una condizione di disagio, povertà, abbandono o marginalità, seguendo la filosofia della condivisione diretta: i suoi membri, in base a una precisa scelta di vita, decidono di mettersi al servizio del prossimo e offrono la loro spalla ai più deboli.

L’evento godrà dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del Patronato della Regione Lombardia, del Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri della Repubblica di San Marino, della Provincia di Milano e del Comune di Milano.

fonte
http://www.jazzit.it/2007/04/20/bobby-mcferrin-dirige-la-filarmonica-della-scala/

martedì 8 aprile 2008

Bobby McFerrin arriva dal lontano pianeta K-Pax


Swinging Bach Leipzig - 2006

122 minuti che documentano il festival che si è tenuto nell'antica piazza di Leipzig (Germania) davanti ad una folla entusiasta. Un evento interamente presentato sia in Tedesco che in Inglese dove 12 gruppi di estrazione musicale differente si sono esibiti in brani tratti dal vastissimo repertorio di Bach.
Grandiose interpretazioni della German Brass e della Gewandhausorchester Leipzig dirette da Christian Gansch, a cui segue una imperdibile versione jazz della "Fuga N.5 in RE Minore" eseguita dal Jacques Loussier Trio. Strepitosa la rielaborazione dell' "Orchestra Suite N.3 in RE Minore" che porta la firma di Bobby McFerrin e della G.Leipzig, così come il simpatico medley dei King'Singers.
Non mancano esecuzioni da parte del Quintessence Saxophone Quintet e del Turtle Island String Quintet e collaborazioni dello stesso Bobby con le altre band, tra le quali spicca "Improvisation on Wachtet auf ruft uns der Stimme" assiame al Loussier Trio, per un risultato gustoso e totalmente innovativo.

Concerto in D Major, BWV 972, 1st Movement, Allegro (German Brass)
Orchestra Suite No. 1 in C Major, BWV 1066, Bouree I/II (Gewandhausorchester Leipsig, Christian Gansch Fugue No. 5 in D Major, BWV 850, from "The Well-Tempered Clavier" (Jacques Loussier Trio)
Concerto for 2 Violins in D Minor, BWV 1043, Vivace (Gewandhausorchester Leipzig, Christian Gansch)
Toccata and Fugue in D Minor, BWV 565 (German Brass)
Orchestra Suite No. 3 in D Major, BWV 1068, Air (Bobby McFerrin,
Gewandhausorchester Leipzig)
Concerto in D Major, BWV 972, 3rd Movement, Allegro (German Brass)
Fudge Fugue in G Minor (Quintessence Saxaphone Quintet)
Concerto for 2 Violins in D Minor, BWV 1043, Allegro (Gewandhausorchester Leipzig, Christian Gansch)
"Bach's Lunch," Variations on Themes by J.S. Bach (Turtle Island String Quartet)
Snow What (Turtle Island String Quartet)
Deconstructing Johann (King's Singers)
Improvisation on "Wachet auf, ruft uns die Stimme" (Bobby McFerrin/Jacques Loussier Trio)
Orchestra suite No. 3 in D Major, BWV 1068, Gavotte (Jacques Loussier Trio)
"Tocatta & Funk & Choral" (Quintessence Saxophone Quintet)
"Seven Steps to Bach" J.S. Bach/Miles Davies (Turtle Island String Quartet)
Orchestra Suite No. 2 in B Minor, BWV 1067, Menuet/Badinerie (Jiri Stivin/Gewandhausorchester Leipzig, Christian Gansch)
"Jazz Medley," Part A (Jiri Stivin & Collegium Quodlibet)
"Jazz Medley," Part B (Jiri Stivin & Collegium Quodlibet)
"Improvisation" (Bobby McFerrin) Brandenburg Concerto No. 3, BWV 1054, Allegro (Jacques Loussier Trio)
Orchestra Suite no. 3 in D Major, BWV 1068, Gigue; End Credits

La bella musica ci regala emozioni che ci ricordano che la vita è meravigliosa e Bobby McFerrin in questo magico concerto sembra venire da un altro pianeta che si chiama K-Pax come mi ha segnalato la mia superamica minni! grazie di cuore!! :-)
...per la cronaca pure io vengo da K-Pax! :-)

P.S. forse il mitico Loussier ha trovato in Bobby McFerrin un degno avversario in ambito musicale, vero amica minni? :-)

http://www.jazzit.it/2007/04/20/bobby-mcferrin-dirige-la-filarmonica-della-scala/
fonte

domenica 6 aprile 2008

Magie fotografiche


Con una piccola magia i gianca sono diventati due! :-)

HIERONYMUS BOSCH ISPIRA FRANK GEHRY


Jeroen Van Acken Anthoniszoon, universalmente noto come Hieronymus Bosch, nacque intorno al 1450 in un villaggio del Brabante Settentrionale, zona che oggi corrisponde all’Olanda. Nipote di un pittore di soggetti sacri e figlio di un modesto artigiano, divenne piuttosto benestante grazie a un buon matrimonio e a una cospicua eredità. Cominciò la sua attività artistica nel 1475, ed ebbe subito un grande successo. La sua fama fu immediata e grandissima perché le sue prime opere sono effettivamente dei capolavori, ma anche perché la sua arte è davvero calata nello spirito dei tempi. A ciò seguì un periodo di oblio, prima della riscoperta definitiva, in cui Bosch fu semplicisticamente definito un "produttore di mostri". In effetti, le opere di questo artista sono un concentrato di simboli magici, di invenzioni fantastiche umane e animali, un campionario di creature che ben poco hanno a che spartire con la realtà.


Non sono però soltanto il frutto di una fantasia sfrenata: se non c’è riscontro diretto nella natura, questo esiste nella cultura, soprattutto quella popolare. I motivi ripresi da Bosch sono spesso quelli dei racconti folkloristici tramandati per tradizione orale o nelle letterature fantastiche in cui i paesi del Nord Europa sono maestri. Secoli dopo, allegorie, onirismi e simbologie si riveleranno interpretabili alla luce delle teorie psicoanalitiche freudiane, dimostrandosi cosi specchio dell’inconscio. Gli anni in cui visse e maturò Bosch furono colmi di splendori artistici e di conquiste e scoperte: Botticelli nel campo figurativo, Chaucer in quello letterario, Diaz e Colombo in quello geografico, contribuirono a creare un clima di deciso rinnovamento. Ma furono anche tempi di guerre, di violenze, di fanatismi religiosi: venne istituita l’Inquisizione spagnola, si aprì la caccia alle streghe e si perseguì con crudeltà la magia e quanti la praticavano.

Specchio dello spirito dei tempi
In linea con lo spirito di tempi cosi complessi e pieni di contraddizioni estreme sono le prime opere di Bosch. Il suo esordio consiste, a detta di molti studiosi, nella tavola conservata al Museo del Prado di Madrid, La cura della follia. Ancora un po’ duro nei contorni, possiede però la novità di uno sfondo che si apre all’occhio e spazia sconfinato, che è motivo ricorrente nell’opera del pittore e del tutto inedito in Olanda fino a quel momento. Il tema si chiarisce osservando i particolari: la borsa del personaggio seduto, trafitta da un pugnale e il tulipano, simbolo di denaro, che fuoriesce dalla sua testa e che sta per essere reciso dal chirurgo, la dicono lunga sull’attività dei medici che inventano assurde cure per spillare quattrini agli sciocchi. Un tema come I sette peccati capitali non poteva non interessare un artista come Bosch. L’opera era in origine il ripiano di un tavolo, lavoro decisamente insolito almeno per l’area olandese. Un grande tondo centrale, simboleggiante l’occhio di Dio, porta al centro la figura del Cristo e tutt’attorno le scene dei sette peccati, ricchi di particolari grotteschi, con un intendimento chiaramente morale. Nei quattro tondi posti agli angoli del tavolo ci sono i Misteri Novissimi: Morte e Giudizio, Inferno e Paradiso. Anche questo lavoro è al Prado di Madrid. Il tema dei ciarlatani pronti a imbrogliare gli sciocchi torna in un’altra opera anteriore al 1480: Il prestigiatore del Musée Municipal di Saint Germain en Laye. Infatti allo spettatore incantato dal gioco sta per essere sfilata la borsa. Più maturo nella composizione e nel colore, benché le figure si presentino ancora piuttosto piatte, è La nave dei folli, nel parigino Museo del Louvre. Un gruppo di varia umanità, tra cui in posizione principale alcuni rappresentanti del clero, va alla deriva fisica e morale su una barca in cui si compie ogni genere di peccato. Il tema della nave trovava ampi riscontri nelle Fiandre quattrocentesche soprattutto in campo letterario.

I trittici maggiori o il trionfo dell’allegoria
Una delle opere più importanti dell’olandese è il Trittico del Fieno, che si fa risalire ai primissimi anni del 1500 e che oggi si trova al Prado di Madrid. Chiudendo i due pannelli laterali appare il cammino della vita, una strada sconnessa circondata da ogni sorta di rappresentazione del vizio; la parte interna riporta, nello scomparto di sinistra Il peccato originale, in quello di centro Il carro del fieno e a destra Le costruzioni infernali.

Qui l’autore va al di là di tutte le fonti sia bibliche che popolari per avventurarsi nella pura invenzione iconografica come dimostra il motivo, in alto a sinistra, della caduta degli angeli ribelli che si trasformano in grossi insetti. Del tutto inedito, dà il via a una delle caratteristiche ossessioni boschiane, la mutazione. Il tema centrale può essere derivato da un proverbio popolare fiammingo che dice: "Il mondo è come un carro di fieno, ciascuno ne arraffa quanto può". Stilisticamente ancora più compiuto è il Trittico delle delizie, anche questo al Prado di Madrid. Magnifica è la stesura del colore, limpidissimo e trasparente, e riuscitissima è la complessa composizione che riesce a legare microcosmi completi e perfetti dal punto di vista prospettico tra di loro e con l’insieme del paesaggio, raggiungendo una notevole solidità strutturale nonostante le infinite variazioni. Gli scomparti chiusi raffigurano La creazione del mondo; all’interno, da sinistra: Il paradiso terrestre, Il giardino delle delizie, il più ricco di invenzioni magistralmente disposte nello spazio, e L’inferno musicale.
Un’altra tematica che ebbe in Bosch ampio respiro è quella delle Tentazioni di Sant’Antonio, centrale in un altro splendido trittico del Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona. Il soggetto venne ripreso dal pittore in moltissime varianti, poiché particolarmente adatto a sbrigliare la fantasia nell’inventare ogni genere di creature che, in veste di tentazioni, circondano il Santo in meditazione. Uno splendido esempio è, ancora una volta, al madrileno Prado, dove si conserva anche la copia di un altro, andato purtroppo perduto. Diversissimi, sono ugualmente ricchi di inventiva fiamminga nei dettagli come nel paesaggio, mentre il colore assume tonalità sempre più cristalline. Capace di toni pacati e soavi come di feroce figurative, il pittore dimostra la sua versatilità in due opere di Madrid, il dolcissimo San Giovanni Battista in meditazione (Museo Lazaro Galdiano) e il terribile Cristo portacroce (Prado), le cui teste deformi si ritroveranno in Goya come torneranno mille spunti boschiani nel surrealismo di Salvador Dali e di Max Ernst.

(tratto da: http://www.tribenet.it/TribeBiografie/bosch_hieronymus.htm )

p.s.questo quadro ha ispirato il famoso architetto Frank Gehry tratto dal documentario "Creatori di sogni" regista Sidney Pollack

sabato 5 aprile 2008

" Le cose che ho imparato dalla vita " di Paulo Coelho


Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
Che la pazienza richiede molta pratica.
Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti
Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se è stata la miglior conversazione mai avuta.
È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze; possono ingannare.
Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.
L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori.
Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.


Paulo Coelho

venerdì 4 aprile 2008

"Frank Gehry creatore di sogni"


Esistono diversi punti in comune tra architettura e cinema, come ha messo in rilievo l'estetica del post-moderno. Sarà forse per questo se Sydney Pollack, il grande cineasta americano che rifondò i generi negli anni 70, ha realizzato un film così in sintonia col talento dell'architetto d'origine canadese Frank Gehry pur non (lo ha dichiarato lui stesso) capendo niente di architettura né avendo mai fatto un documentario.

Gehry ha sovvertito tutte le regole classiche di costruzione, disegnato spazi prima impensati, vinto la forza di gravità: ha costruito musei, ospedali, banche, edifici pubblici di ogni genere, tra cui il Museo Guggenheim di Bilbao o il Concert Hall Disney di Los Angeles; case private, come la villa di Dennis Hopper a Venice Beach.

L'interesse maggiore di Frank Gehry creatore di sogni risiede nell'essere tutt'altro che un documentario biografico sulla vita e le opere di un artista di genio. Niente di didattico: Pollack, che dell'architetto è amico personale, lo ha concepito come una serie di sketch (il titolo originale è proprio "Sketches of Frank Gehry"), di conversazioni a due senza traccia né ordine preciso, ma tali da farci entrare in confidenza col personaggio e con la sua libertà d'espressione. Lo sentiamo parlare di opere concrete e di progetti irrealizzati, lo vediamo manipolare modellini e aggirarsi all'interno di alcune delle sue opere. Condividendo con Pollack il piacere di scoprirne l'imprevedibile itinerario creativo. (r. n.)

fonte
http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/spettacoli_e_cultura/cinema/recensioni/frank-gehry/frank-gehry/frank-gehry.html

mercoledì 2 aprile 2008

LA CARICA DEI 101


Grande fuga in 101
Rudy e Anita si sono appena sposati, e vivono nella loro casa di Londra insieme a due splendidi dalmata, Pongo e Peggy. Quando Peggy rimane in cinta e partorisce ben quindici cuccioli, i nuovi arrivati portano una rinnovata allegria nel clima già sereno del nucleo familiare, ma attirano anche l’attenzione della malvagia Crudelia De Mon, ex compagna di classe di Anita: la donna ha una insana passione per le pellicce di animali, e farà di tutto per appropriarsi dei cuccioli; d’altra parte ne ha già acquistati altri ottantaquattro…

Qualche macchia e niente paura
Novantanove dalmata in pericolo e una formidabile alleanza zoologica per salvarli, in uno dei più deliziosi classici Disney: divisa fra una Londra dal fascino ancora vittoriano e le luci soffuse della brughiera, La carica dei 101 è una divertente e freschissima avventura di solidarietà animale, in cui i quadrupedi sopperiscono con la collaborazione e l’iniziativa alla scarsa reattività dei padroni, inermi come il resto degli umani (tanto che i ruoli paiono ribaltati, e il cane Pongo giudica lo stile di vita del suo “bipede”, Rudy, con maggior consapevolezza di quanto non faccia Rudy stesso). Tutto questo in una storia priva di orpelli patetico-retorici, merito dell’ottimo lavoro dell’animatore/disegnatore/sceneggiatore Bill Peet che, a partire da un romanzo per bambini scritto da Dodie Smith, ha arricchito il film con simpatiche caratterizzazioni – ogni personaggio è riconoscibile per le sue peculiarità, nella grande tradizione della personality animation –, con una solida struttura narrativa e con sequenze di pungente ironia (memorabile la fuga dei dalmata mentre la televisione trasmette What’s my crime?).
Ma ad essersi impressa nell’immaginario collettivo è soprattutto lei, l’irresistibile e perfida Crudelia De Mon (Cruella De Vil, in originale), affermatasi ormai in quanto emblema dei “cattivi” Disney: pelliccia e bocchino, arie da gran diva decaduta, sembra nascere direttamente da un noir della Hollywood classica; una vera e propria Barbara Stanwyck a cartoon. E non a caso, La carica dei 101 è il primo film Disney collocabile in una dimensione concreta, contemporanea, in cui sono in gioco relazioni e sentimenti non idealizzati (o comunque meno astratti rispetto al passato).
Adulti, rivedetelo con i bambini.

articolo di Lorenzo Pedrazzi

fonte http://www.spaziofilm.it/content/archivio/articolo_dvd.asp?id=6268

Un bacio romantico



Il primo film americano e in lingua inglese di Wong Kar-wai - che scrive, produce e dirige - è l’estensione di un cortometraggio hongkonghese allegato al DVD di "in the mood for love", con i relativi limiti che un’operazione del genere comporta. Lo spaesamento conduce a qualche vagabondaggio valorizzato nella paesaggistica extraurbana, nella ricerca sulla luce e nella musica "confidenziale", lenta e melodica di Ry Cooder. Ma perlopiù spinge a rinchiudere la trasferta al rassicurante interno di storie da pub, dove si sviluppa una sitcom con più conversazioni che fatti mentre le registrazioni di una videocamera di sorveglianza sul viavai rivelano quanto sia successo e sfuggito all’occhio.

Formalmente artefatto nel culto dell’immagine costruita, vizio di un’attenzione da spot, "un bacio romantico" è dentro una città di buio, insegne al neon, colori accesi e lucidi, e si muove con ralenti, riprese stroboscopiche, messa a fuoco su più livelli, sordi rumori interni. Kar-wai ricorre a facili oggetti-simbolo, quali chiavi legate ad un vissuto ("se le buttassi, delle porte rimarrebbero chiuse e non voglio essere io a deciderlo") oppure il treno di un costante attraversamento di conoscenze, arrivi, partenze, ritorni e soprattutto compartimentazione in episodi. Tuttavia sa guardare a solitudini che si ubriacano addormentandosi al bancone, passionalmente violente e dipendenti ma allo stesso tempo aperte ("ho bisogno di parlare con qualcuno"), e a corporeità etiliche e da sangue al naso che stentano a sviluppare contatto. Gli attori incarnano un’umanità da bar, e la sceneggiatura – cui ha collaborato il giallista Lawrence Block – riserva sviluppi e incontri densi, come anche un romanticismo misurato. Quello di due persone che si sono appena conosciute, e sedute una di fronte all’altra mangiano altrettanti dolci differenti, o di cartoline senza mittente, o ancora dell’attesa per l’arrivo di un bacio confuso tra alcol e sonno.

La frase: "Quando te ne vai dai posti, di te resta solo il ricordo che hai lasciato agli altri".

Federico Raponi
fonte http://filmup.leonardo.it/myblueberrynights.htm

L'amore secondo Dan


Dan ( Steve Carell) è un giornalista rimasto vedovo, padre di tre figlie ribelli, e con una famiglia numerosa con cui dovrà passare un week-end nella casa dei genitori a Rhode Island. Durante il viaggio Dan conosce l’affascinante Marie ( Juliette Binoche) di cui s’innamora, per scoprire solo successivamente che Marie è in realtà la compagna di suo fratello Mitch ( Dane Cook), e che dovranno passare insieme il week-end.
Durante i due giorni Dan dovrà affrontare il sentimento crescente per Marie, le ardue decisioni da padre, le delusioni delle figlie, il rapporto con i genitori e i fratelli, il tutto condito da un susseguirsi di gag esilaranti. “L’amore secondo Dan”, o meglio “Dan in real life” in lingua originale, scritto e diretto da Peter Hedges, autore del libro “About a Boy” , di cui ha anche adattato la sceneggiatura per la versione cinematografica, racconta l’innamoramento e i sentimenti di un uomo maturo in maniera fresca e divertente, senza mai cadere nel melenso o nello scontato.
Il film viaggia quindi sulle ali dell’umorismo, aiutato da una piacevole colonna sonora e alla bellissima casa situata in una baia di Rhode Island, dove gli effetti di luce sul mare rendono ancora più intense le emozioni che percepiamo dal volto di uno spettacolare Steve Carell che si conferma, dopo il successo “40 anni vergine” e la parte in “Una settimana da Dio” uno dei migliori attori comici in circolazione.
Il resto del cast fa comunque la sua bella figura, la Binoche è bella, affascinante e divertente, come sono bravissimi il fratello interpretato da Dane Cook, il cognato, le sorelle i genitori e le tre figlie a rendere frizzante quella che è la classica riunione di famiglia all’americana.
Una nota stonata, che potrebbe rientrare nelle piccole curiosità: nella parte centrale del film è possibile osservare, guardando in alto dello schermo, il microfono e il braccio che lo regge utilizzati dalla troupe.
Ottima commedia per tutta la famiglia, che fa riflettere soprattutto sul fatto che si possa fare un film regalando un’ora e mezza di risate usando un umorismo pulito e semplice, ma allo stesso tempo immediato, diretto e spassoso.


articolo di 24/03/08 - di Carlo Brunelli
fonte http://www.meltinpotonweb.com/?q=articoli/recensione-film-lamore-secondo-dan.php