venerdì 4 gennaio 2008

Michel Petrucciani & Stephane Grappelli...per gli amanti del jazz


La vita senza musica è impensabile…..la musica senza vita è accademia… ecco perché il mio contatto con la musica è un'abbraccio totale"(L.Berstein)

STEPHANE GRAPPELLI - MICHEL PETRUCCIANI
Flamingo. Dreyfus Records - Distr. Sony Music
Stephane Grappelli - violino, Michel Petrucciani - piano, George Mraz - basso, Roy Haynes - batteria.
Parigi, 15-16-17 giugno 1995.

Un cd con un gusto particolare, molto indicato per chi vuole avvicinarsi al jazz e per chi ha sempre affermato di non amarlo, a volte per partito preso, perché è difficile amare qualcosa senza prima desiderare di conoscerla. Dicevo dal gusto particolare in quanto nel disco si incontrano due mondi musicali apparentemente diversi tra loro (Little peace in). Da una parte quel monumento del violino jazz che è stato Grappelli con quel suo modo di portare le note e di swingare che era tipico della sua generazione; e dall'altra Petrucciani, gigante del piano jazz moderno da poco scomparso, che come pochi è stato maestro nel fondere la profondità armonica di Bill Evans con l'estro ritmico di pianisti come, ad esempio, Herbie Hancock. Dicevo apparentemente diversi perché in realtà la loro comune appartenenza all'anima più vera del jazz li fa dialogare come due amici di vecchia data che si stimano profondamente, supportati poi dall'esperienza di un bassista solido e navigato come Mraz e dalla maestria di uno dei più grandi batteristi jazz della storia, Roy Haynes, che nel disco è proprio il punto d'unione tra questi due mondi.
Flamingo, il brano che da il titolo al cd, mette bene in risalto il lirismo e la capacità di manipolare la melodia propria di Grappelli, ma soprattutto esalta la voce del suo violino così struggente, a volte straziante e piena di nostalgia. Caratteristiche quelle appena descritte che ritroviamo in particolare in tutte le ballads del cd (These follish things, I can't get started, Misty e Lover man). Bellissimo l'arrangiamento di un vecchio brano come Sweet Georgia brown dove Petrucciani dimostra, con un creativo e al tempo stesso oculato assolo, di aver assimilato come per osmosi la lezione dei grandi del jazz. In generale tutto il cd emana una tenerezza e una familiarità con cui i musicisti si sono trattati e hanno interagito col materiale musicale.
Valse du Passé, brano di Grappelli che chiude il disco (in duo con Petrucciani) ha un sapore tutto particolare espresso bene da Petrucciani nelle note di copertina: "Quando hai l'opportunità di lavorare da vicino con un musicista come Grappelli e sei capace di condividere il suo segreto e la sua conoscenza della musica, allora tu sai che il jazz ti ama veramente".

Articolo preso da fonte http://www.jazzfriends.org/scritti.htm

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