domenica 23 marzo 2008

Ecco la formula della felicità


Psicologia positiva, poca televisione e genitori felici. È questo il segreto per sentirsi sempre al top. Parola di Daniel Kahneman

Psicologo, matematico di formazione, esperto di scienze cognitive e processi decisionali, pioniere della finanza comportamentale, premio Nobel 2002 per l'Economia: Daniel Kahneman ha debuttato, nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, con una lectio dal titolo Verso una scienza del benessere.

Kahneman ha esordito distinguendo tra due diverse tipologie di sé, tra loro in conflitto: il sé che vive e il sé che ricorda. "Mentre l'esperienza è transitoria, la memoria è l'unica cosa che resta, e determina la valutazione complessiva di ciò che si è vissuto, attuando una media pressoché matematica tra il picco dell'emozione raggiunta e la conclusione dell'esperienza. In questo processo, la durata non ha nessuna rilevanza". A tale proposito ha citato, tra gli altri, un esperimento condotto su due gruppi di pazienti sottoposti a dolorose sedute di colonoscopia rispettivamente per 8 e 22 minuti. Diverse le risposte fornite in merito alla sofferenza percepita: i soggetti coinvolti nel test di durata minore, ma concluso all'apice del dolore, ricordavano l'esperienza più negativamente di coloro per cui l'esperimento si era protratto più a lungo ma con intensità del dolore via via decrescente.

Il sé che ricorda, dunque, può anche sbagliarsi. Questo, ha continuato Kahneman, in virtù di un fenomeno che lo scienziato chiama Focusing Illusion, per cui nessuno ricorda "tutto" ciò che gli succede, ma tende piuttosto a concentrarsi su un momento, generalmente emblematico del passaggio da una condizione esistenziale a un'altra, assumendolo a incarnazione dell'esperienza nella sua interezza e commettendo quello che lo psicologo Daniel Gilbert ha definito errore sistematico della durata. Per questo chi si sposa è convinto, sull'onda della felicità del giorno delle nozze, che sarà felice per sempre con il suo partner, mentre se ci si immagina di avere un incidente e diventare paraplegici si crede che non si riuscirà mai a superare il trauma.

L'ultima battuta ha riguardato l'interrogativo cruciale, implicito in tutta la lectio: esiste una ricetta per essere felici? Sicuramente si possono seguire alcuni consigli: "Prima di tutto aiuta nascere da genitori felici. Guardare meno la televisione. Ma soprattutto", ha concluso Kahneman, "seguire il consiglio del Dalai Lama, che invita a praticare la psicologia positiva, rieducando l'attenzione selettivamente per orientarla solo alle attività e agli aspetti positivi della vita, sforzandosi di trascurare tutto ciò che non ci fa essere felici nel qui e ora".

fonte di Annamaria Giuliani
GENOVA, 02 NOVEMBRE 2006

http://www.mentelocale.it/festivaldellascienza/contenuti/index_html/id_contenuti_varint_16506

"Perseguire la felicità è lo scopo stesso della vita: è evidente.Che crediamo o no in una religione,che crediamo o no in questa o quella religione,tutti noi,nella vita,cerchiamo qualcosa di meglio.Perciò penso che la direzione dell'esistenza sia la felicità..."
tratto la libro "L'arte della felicità" Dalai Lama con Howard C.Cutler

pensiero kpaxiano di gianca:
la vera felicità è quella che si condivide con chi ci sta vicino nella nostra vita...forse è questa la formula magica della nostra felicità!...poter condividere attimi di gioia con le persone a noi care...alla ricerca del carrozzone della felicità che è in arrivo sugli autoscontri!...per noi eterni bambini sognatori di felicità! ;-)

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