domenica 16 marzo 2008

La memoria di lavoro? E' a basso consumo



TECNOLOGIA & SCIENZA
Science: una nuova ipotesi spiega il funzionamento della "ram" interna al cervello
Agisce in modalità low-cost, attivando soprattutto le sinapsi che hanno un ruolo chiave

ROMA - Una "memoria di lavoro" a basso consumo, che immagazzina con efficienza le informazioni che servono al cervello per svariati compiti in modalità low-cost, con un dispendio energetico limitato. Per rendere operativa questa specie di RAM interna, in prima linea ci sono le sinapsi, strutture che consentono la comunicazione fra i neuroni, che svolgono qui un ruolo fondamentale e "intelligente".

La teoria, che è in fase di verifica, è presentata su Science dall'équipe dell'italiano Gianluigi Mongillo che, all'univeristà Renée Descartes di Parigi, ha formulato il modello insieme a colleghi francesi e israeliani. E propone un'idea innovativa rispetto a quelle finora comunemente accettate per spiegare il funzionamento di questo tipo di memoria, fondamentale per tutte le funzioni cognitive superiori.

Secondo le teorie tradizionali, infatti, la memoria si mantiene "accesa" grazie alla elevata attività dei neuroni che codificano, appunto, per quella memoria. "Nel nostro modello, invece - spiega Mongillo - la memoria viene tenuta 'attiva' da processi biochimici che avvengono nelle sinapsi". Con costi metabolici inferiori rispetto a una continua attività dei neuroni, molto più dispendiosa.

Un modo che verosimilmente può essere stato favorito dall'evoluzione proprio perché "low cost". "Se il nostro modello è corretto" spiega ancora Mongillo, autore del lavoro insieme a Omri Barak e Misha Tsodyks, "la memoria rimane per la maggior parte del tempo 'quiescente' all'interno delle sinapsi e solo occasionalmente viene 'rinfrescata' attivando la corrispondente popolazione neurale. Siccome usiamo continuamente la memoria di lavoro, è ragionevole supporre che l'evoluzione abbia sviluppato soluzioni, come questa appunto, per rendere più economico il suo funzionamento".

(14 marzo 2008)
fonte http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/scienza_e_tecnologia/memoria-ricerca/memoria-ricerca/memoria-ricerca.html

Nessun commento: